Numero 21

12.00

il Reportage n.21

Descrizione

Comunicato per il Reportage n.21

Era il gennaio 2010 quando Reportage cominciava la sua avventura con la pubblicazione del primo numero. Oggi, cinque anni dopo, siamo arrivati al 21esimo. Nel nostro cammino abbiamo coinvolto decine e decine di scrittori e giornalisti, decine e decine di fotografi, che hanno condiviso il nostro progetto di approfondimento giornalistico, focalizzato sui temi sociali, del lavoro, dei diritti individuali e collettivi. Ai nomi più celebri si sono affiancate giovani reporter e fotoreporter, che si sono dimostrati in sintonia con la nostra idea di giornalismo, ovvero raccontare il presente del nostro e degli altri Paesi attraverso le storie delle persone di cui spesso non si parla non essendo essi capi di stato, manager o personaggi televisivi. È stato un lavoro duro, realizzato nell’ambito di un settore editoriale e distributivo che in Italia è molto penalizzante per i piccoli editori indipendenti, ma che ci ha dato grandi soddisfazioni grazie ai riconoscimenti (come l’elogio della nostra testata contenuta nell’ultimo libro di Mario Dondero), il sostegno e la partecipazione di tutti i collaboratori, l’affetto dei lettori, i quali ci esortano a tenere duro.

Ma dopo questo brindisi virtuale esteso a tutti coloro che ci sono vicini passiamo alla descrizione del nuovo numero, il primo del 2015. Lo apre un’importante intervista a Grazia Neri, titolare della celebre agenzia fotografica, che spiega quali devono essere le qualità di un buon fororeportage. La firma è di Maria Chiara di Trapani. Segue un pezzo che cade a ridosso della Giornata della Memoria del 27 gennaio: la rievocazione di Barbara Raggi dell’eccidio nazista del Focardo (Toscana), dal quale si salvarono le gemelle Paola e Lorenza Mazzetti, oggi ottantasettenni, fotografate dalla figlia di Paola, la fotografa Eva Kosloski. 

Il “nocciolo duro” della sezione italiana della rivista è costituita da tre inchieste che riguardano i problemi di tre città – Fermo, Brescia e Perugia – in relazione rispettivamente alla crisi dell’edilizia, all’inquinamento della Caffaro e alla piaga della droga. Gli autori sono nell’ordine Giulia Bosetti, Ilaria Morani e Matteo Tacconi (le fotografie sono di Ennio Brilli, Francesca Volpi e dello stesso Tacconi). Segue un reportage di Gilda Policastro tra le donne artiste (che fanno scrittura, teatro, fotografia, performance…), le quali parlano delle difficoltà che comporta un lavoro creativo in tempi di crisi e di tramonto della fama quale obiettivo primario. Il fotoreportage centrale è dedicato alla Napoli dei matrimoni, specchio delle classi, ed è stato realizzato da Mario Spada, che ha anche la copertina. 

La sezione esteri si apre con un servizio di Laura Silvia Battaglia, esperta di Medio Oriente, sulle famiglie yemenite che hanno parenti ancora prigionieri a Guantanamo. I due reportage che seguono parlano, invece, di riconversioni industriali: Nicoletta Pisanu racconta il passaggio dell’economia bulgara della zona di Stara Zagora dalla produzione di kalashnikov a quella delle essenze della rosa damascena, mentre Samuel Bregolin spiega la trasformazione delle miniere dismesse del Nord della Francia in luoghi dedicati ad attività prevalentemente ricreative (piste da sci, studios cinematografici, aree per concerto, parchi divertimento…). Virginia Negro, che vive in Messico, ha intervistato lo scrittore Paco Ignacio Taibo II, molto conosciuto anche in Italia, sulla rivolta contro il narcotraffico della popolazione messicana. Con Adriano Marzi ci spostiamo invece sul Tetto del Mondo, la catena dell’Himalaya, impossibile da raggiungere senza l’aiuto degli sherpa locali. La rivista si chiude con un pezzo che dovrebbe interessare gli amanti del cinema: Riccardo De Gennaro ha intervistato la zia del grande regista tedesco Rainer Werner Fassbinder, morto nel 1982. Elisabeth, che ha novant’anni e vive a Roma dal secondo dopoguerra, racconta numerosi episodi inediti della vita Fassbinder, in particolare la sua infanzia. Il secondo fotoreportage è di Federica Di Giovanni, che ha realizzato un lavoro sulle isole italiane minori fuori stagione. La rubrica di Valerio Magrelli è dedicata agli oggetti disobbedienti; il racconto conclusivo è dello scrittore italo-argentino Adrian Bravi. Buona lettura a tutti.