Lo Xinjiang, una vasta area situata nel nord-ovest della Cina, è il luogo in cui sono nato. Per centinaia e migliaia di anni è stato conosciuto come “le regioni occidentali” ed ora è un luogo in cui abitano dozzine di differenti gruppi etnici. “Jiang Nan” in mandarino significa il sud di Xinjiang, l’area in cui è stata realizzata questa serie di fotografie. Il fiume Tarim, che scorre per duemila chilometri, ha come sorgente la montagna di ghiaccio a ovest. Poi, dopo che le acque sono confluite in un unico corso, il fiume attraversa da est a ovest il grande deserto del Taklimakan, sfociando nel lago Taitema. È la fonte di vita per coloro che vivono nello Xinjiang meridionale e lo è stato per numerose civiltà di generazione in generazione. Tuttavia, dopo che i popoli Lop, Daolang e Keliya sono stati “scoperti” da Sven Hedding negli anni Novanta dell’Ottocento, la gente ha gradualmente abbandonato il vecchio stile di vita basato sulla pesca. Le lingue Uigur e Mandarino si sono diffuse rapidamente tra gli abitanti, dimostrandosi indispensabili per guadagnarsi da vivere in altre città e paesi. Anche se i villaggi sono stati raggiunti dall’elettricità, è la strada asfaltata che incarna veramente la narrazione della migrazione alla ricerca di una vita migliore. Nel mio caso specifico, sono nato e cresciuto nello Xinjiang, ma sono anche un discendente degli “immigrati” Han. Molti dei miei coetanei, la maggior parte dei quali sono considerati la generazione post-90, rappresentano la terza generazione della stessa famiglia nello Xinjiang, dopo il primo insediamento dei loro nonni dovuto a motivi politici ed economici. La leggendaria Via della Seta, le grandi esplorazioni di Sven Hedding e Marc Aurel Stein, così come le migliaia di persone che si dirigevano a sud, possono tutti trovare le loro radici nella curiosità per questo posto e nel desiderio di avventura. (b.z.)
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ph. Cammelli al pascolo nel deserto del Taklamakan, soprannominato il “mare della morte” e situato quasi interamente nella regione autonoma uigura dello Xinjiang.