Salgono e scendono come vulcani sul mare. Svettano, si inabissano, sul fondale delle valli. Come vene in superficie di un dragone gigantesco aderiscono perfettamente al tessuto capillare cinese, eterogeneo e multiforme come il carattere di questo popolo. È la storia della Cina che si è fatta scalini, sulle vette di Badaling. La “Grande Muraglia dei diecimila Li” è davvero grande: 8.851,8 chilometri di architettura ancestrale, patrimonio dell’umanità e prima meraviglia del mondo. Tre secoli prima del nostro anno zero, la Cina proteggeva i propri confini dalle incursioni di altri popoli con un muro di mattoni fatto di saggezza e follia, devozione e lacrime, sangue e sudore.
Eppure a Nanchino quella follia esiste ancora. La si può vedere a volte quando alcuni coraggiosi scalano le pareti della Muraglia, senza usare misure di sicurezza esattamente come si faceva nell’antichità, quando ancora non esisteva il biglietto turistico. Da poco Nimble Ma Jei ha scalato senza difficoltà i 21 metri della grande parete davanti ai turisti increduli: “Sono cresciuta in questa zona e scalo fin da piccola questa parete. Non ho mai pagato per entrare“. Il problema è che alcuni visitatori provano a seguire l’esempio di questi cinesi temerari, facendosi male: alcuni hanno riportato fratture alle gambe, altri vengono tirati giù dalla polizia.
Foto: Valeria Gentile
Fonte: La Repubblica