I paesaggi e le atmosfere che ispirarono Marcel per il secondo volume della Recherche, “All’ombra delle fanciulle in fiore”, rimangono fortemente evocativi. Sulle tracce dell’autore francese: Cabourg-Balbec, il Grand Hôtel de la Plage, le promenades lungo le spiagge, Trouville…
Sono trascorsi centocinquant’anni dalla nascita di Marcel Proust e in occasione di questo anniversario Gallimard ha pubblicato Les soixante-quinze feuillets (Le settantacinque pagine), leggendario manoscritto inedito che restituisce una versione embrionale di alcuni capitoli della Recherche, risolvendone, a quanto pare, alcuni misteri interpretativi. Tra i sei episodi presenti nel manoscritto non poteva mancare il soggiorno a Balbec raccontato nel secondo volume della Recherche. Spinti da questa rinnovata attenzione nei confronti di Proust e del suo universo, siamo ritornati in Normandia, nei luoghi che hanno ispirato l’autore e che hanno fatto da modello per le ambientazioni di “All’ombra delle fanciulle in fiore”. Calandoci in un’atmosfera senza tempo siamo andati alla ricerca di quello che resta del mondo raccontato e vissuto da Proust. Quello che abbiamo scelto di rappresentare sono le atmosfere, gli scenari sospesi, deprivati quasi del tutto dalla presenza umana, nei quali l’osservatore è libero di proiettare il brulicante viavai dell’aristocrazia e dell’alta borghesia parigina che occupava le spiagge, le ville e i grandi alberghi, descritti con cristallina precisione da Proust. Scattate rigorosamente in pellicola con vecchie fotocamere e particolari obiettivi, le immagini ripercorrono le tracce lasciate dallo scrittore nei suoi luoghi: Cabourg/Balbec, il Grand Hôtel de la Plage, le promenades lungo le infinite e profondissime spiagge, il mare, le vertiginose scogliere, le verdi campagne fiorite che Marcel esplorava con il suo inseparabile autista e compagno Alfred, il belvedere della Corniche di Trouville, le svettanti chiese gotiche, gli châteaux… Più che rivestire la funzione di documentazione di quei luoghi, queste foto vogliono ritrarre i “paesaggi emotivi”, quelli che hanno costituito il panorama interiore proustiano, ma che continuano a suscitare ricordi, malinconie, epifanie in tutti noi, alla ricerca di quel nucleo nel quale le emozioni umane sono custodite. (j-m.c. e v.p.)
Ph. La terrazza del Casino del Grand Hotel di Cabourg.
Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 47, acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e digitale.