Il “Jakarta animal aid network” si occupa del recupero di primati traumatizzati e maltrattati, che dopo un periodo di cure vengono lasciati liberi su un’isola disabitata dell’Oceano indiano, il cui nome è segreto. Sono i macachi, venduti anche come animali domestici, quelli maggiormente presi di mira dai bracconieri.
Nel cuore dell’Oceano Indiano, in una località segreta tenuta nascosta per proteggerla da potenziali bracconieri, si trova l’isola disabitata che è diventata un rifugio sicuro per scimmie traumatizzate e maltrattate, ritenute pronte per il rilascio in natura, dopo aver trascorso mesi o addirittura anni nel centro di riabilitazione Jaan, il Jakarta animal aid network, situato a Bandung, in Indonesia. L’isola, che fu brevemente occupata dai giapponesi durante la Seconda guerra mondiale, è una riserva naturale dal 1920. E di conseguenza un rifugio sicuro non solo per queste scimmie, ma anche per ogni tipo di fauna selvatica, compresa la scimmia di foglia d’ebano, in via di estinzione. Il centro di riabilitazione Jaan è stato fondato da Femke den Haas e fa parte di una rete di centri di riabilitazione e conservazione della fauna selvatica situati in tutta l’Indonesia. Si occupa della riabilitazione di delfini, tartarughe, scimmie e ogni altro tipo di fauna selvatica. “I macachi sono uno dei primati più numerosi nel commercio illegale di animali selvatici. Grazie alla loro intelligenza e alla facilità con la quale imparano dall’uomo, sono una compagnia ideale. Le loro dimensioni, inoltre, consentono di nasconderli in una semplice scatola di legno”, spiega Femke. Sono le prime ore di mattino del 17 febbraio quando sulla terraferma arrivano, dopo un estenuante viaggio di 16 ore dal centro di riabilitazione di Bandung, quaranta scimmie macaco dalla coda lunga. Non appena il camion si ferma sulla sabbia lavica, le scimmie vengono fatte scendere sulla spiaggia. Da lì saranno caricate su diverse barche che le porteranno alla loro destinazione finale. I quaranta macachi dalla coda lunga sono stati salvati dal commercio illegale di animali domestici. Alcuni di loro provenivano dal famigerato villaggio delle scimmie danzanti di Madion, nella parte orientale di Giava. Il villaggio ha chiuso definitivamente le sue attività nel marzo 2022, dopo anni di lavoro e di campagne da parte di Jaan. Qui i macachi venivano addestrati e venduti come animali domestici o come merce da esibire in stupidi spettacoli sui mercati di tutto il Paese, per il solo divertimento della gente. “Questi animali sono stati costretti a una vita di paura e abusi, un’esistenza assolutamente miserabile – dice ancora Femke den Haas – animali abituati a dondolarsi in una vasta foresta pluviale sono stati ridotti a gadget, costretti a vivere nella casa di qualcuno o in piccoli recinti con cibo totalmente inadeguato.
O costretti in scatole di legno e trasportati da un mercato all’altro. In alcuni casi hanno subito la rimozione dei denti, così da poter essere addomesticati più facilmente. O drogati”. Purtroppo non tutte le scimmie avranno la gioia di ritrovare la libertà. Alcune di loro sono state così traumatizzate che non saranno mai in grado di tornare in natura. Altre sono troppo anziane o presentano disabilità permanenti a causa del trattamento violento che hanno subito come scimmie danzanti o come animali domestici. Le catene di ferro con le quali sono state incatenate sono tra le principali responsabili di queste menomazioni. Le altre potranno diventare finalmente vere scimmie danzanti, nell’habitat e nel luogo a cui appartengono, lontano dai mercati affollati, da una vita di abusi e paura. Potranno vivere una vita libera, immerse nei suoni della natura, dondolando finalmente da un ramo all’altro nella vasta e lussureggiante foresta pluviale. (l.e.)
Ph. Una scimmia liberata nel rifugio di un’isola disabitata nel cuore dell’Oceano Indiano.
Il portfolio completo è pubblicato su Reportage numero 59 (luglio – settembre 2024), acquistabile qui in formato cartaceo e in digitale.