La Columbia university con i palestinesi come fu col Vietnam | Testo di Sacha Biazzo e Natasha Caragnano

La protesta degli studenti di tutto il mondo contro i bombardamenti israeliani a Gaza è partita ancora una volta da New York: “From the river to the sea, Palestina must be free”. L’assalto con i volti coperti e l’occupazione dell’Hamilton Hall, lo stesso palazzo del 1968. Alle manifestazioni partecipano anche i ragazzi ebrei.

 

Alle sette di sera del 29 aprile, un traghetto affittato dalla Columbia University salpò da Downtown Manhattan, risalendo l’Hudson n sotto il ponte di Brooklyn. A bordo, un centinaio di studenti celebravano la fine dell’anno scolastico, sorseggiando vino bianco davanti al luminoso skyline. Alcuni indossavano la toga celeste, usata durante la cerimonia di laurea, per farsi fotografare con la Statua della Libertà al tramonto. Le note abusate di “Empire State of Mind” di Jay Z risuonavano a bordo del battello e niente sembrava poter sconvolgere il clima di spensieratezza degli studenti della famosa Ivy League, come vengono chiamati i più prestigiosi atenei privati della West Coast.

A qualche miglio di distanza, però, nel campus dell’università, l’atmosfera era completamente diversa. Centinaia di studenti marciavano rumorosi nei giardini dell’università, intonando slogan a sostegno della Palestina. L’università aveva da poco dichiarato di non voler interrompere i legami finanziari con Israele. “From the river to the sea, Palestine must be free” era il grido più utilizzato, ma anche il più criticato dagli oppositori, con l’accusa di inneggiare all’annientamento di Israele. Nella confusione delle proteste, un gruppo di studenti con il volto coperto da passamontagna e kefiah assaltava l’Hamilton Hall, uno degli edifici storici dell’università, lo stesso occupato nel 1968 nel corso delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam.

La tensione era palpabile. Mentre i manifestanti rompevano i vetri dell’ingresso e lo serravano con le catene, altri studenti – contrari a questo tipo di escalation –cercarono invano di fermarli facendo da scudo umano. La Columbia, con il suo passato di lotte studentesche, diventava ancora una volta il palcoscenico di una battaglia per la giustizia. Gli slogan riecheggiavano tra i muri dell’università, simbolo di una generazione determinata a far sentire la propria voce, in un’atmosfera carica di aspettative, ma anche di timori. (…)

 

Ph. Due studenti della Columbia university di New York partecipano alla protesta pro Palestina. Foto di Sasha Biazzo.

 

L’articolo completo è pubblicato su Reportage numero 59 (luglio – settembre 2024), acquistabile qui in formato cartaceo e in digitale.

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