Il Vietnam ha una spina dorsale, il Treno della riunificazione. Viaggia da Nord a Sud e percorre 1.726 chilometri di lunghezza con binario unico, oltre mille ponti, decine di tunnel, centocinquanta stazioni. L’intera tratta prevede trentasei ore di viaggio, a una velocità media 50 chilometri all’ora.
Il convoglio parte dalla capitale Hanoi e arriva fino alla caotica Ho Chi Min. Andata e ritorno, ovviamente. La linea venne costruita a cavallo dell’Ottocento e del Novecento, durante il dominio coloniale francese. Fu distrutta e sabotata ripetutamente tra la prima guerra mondiale e la guerra del Vietnam. Con la caduta di Saigon, il 30 aprile 1975, e la vittoria sugli Stati Uniti, il governo comunista del Vietnam riunificato prese il controllo delle ferrovie del Sud e, nonostante i gravi danni riportati durante il conflitto, la linea venne riparata e riprese servizio già dal 31 dicembre 1976. Da allora la ferrovia, simbolo della riunificazione e dell’unità, è rimasta intatta senza subire modifiche o rifacimenti. C’è chi sostiene che viaggiare su questo treno è scomodo, obsoleto e lento. Io l’ho preso e posso dire che in parte è vero, ma la scelta del mezzo determina il viaggio. Il Reunification train è una vera perla per gli amanti del viaggiare lento, un’opportunità per entrare nel cuore del Paese. Il ticchettio ritmico delle ruote sui binari risuona tra paesaggi che cambiano in continuazione. Luci, odori, colori e clima mutano con i chilometri e il viaggiatore resta incollato al finestrino per ore, come al cinema. Le stazioni maggiormente degne di nota coincidono con le più famose destinazioni del Paese: Nang, Nha Trang, Phan Thi ’t e l’antica capitale Hue. La terza classe ha sedili duri, di legno. Nella seconda ci sono le cuccette da sei posti, dove se ti riservano il lettino in alto devi accertarti di essere magro, se non smilzo; oppure da quattro letti. La prima classe è una lussuosa cuccetta per due persone, decisamente romantica se si viaggia in coppia. Chiaramente il prezzo varia a seconda della sistemazione scelta, ma in media con settanta euro è possibile percorrere l’intera tratta. Il Treno della riunificazione è un microcosmo. I vietnamiti sono curiosi, estremamente socievoli e di una cordialità e gentilezza tipica del sud-est asiatico. Sono attratti dai turisti, che martellano con una serie ininterrotta di domande circa la loro provenienza, le abitudini, l’opinione che hanno del Vietnam. Tu rispondi in inglese, ma se non capiscono (spesso) ricorri a google translate. Sono in prevalenza cittadini, prendono il treno per spostarsi da città a città, per lavoro o per andare a visitare i parenti. Industria tessile e automobilistica, agricoltura sono i settori che contano il maggior numero di lavoratori. Il Paese è ancora una repubblica comunista con i simboli della falce e del martello e ha buoni rapporti con la Cina, ma anche con gli Stati Uniti.
(A.D.B.)
Ph. Il treno della riunificazione attraversa un ponte della regione di Dà Nang.
Il portfolio è pubblicato su Reportage numero 58 (aprile – giugno 2024), acquistabile qui in formato cartaceo e in digitale.