Malyuu-Suu, dove la gente beve acqua radioattiva | Testo e foto di Riccardo Bononi

Nel Programma nucleare sovietico questo villaggio del Kyrgyzstan era identificato come “Mailbox 200”, l’indirizzo postale. Dal 1946 al 1968 dalle sue miniere sono state estratte più di 10mila tonnellate di uranio grezzo, lavorato e arricchito nei tre impianti. Oggi la minaccia più grande è l’inquinamento delle falde acquifere.

 

13 ottobre 1946. Il giovane Aleksej, condannato ai lavori forzati nel gulag di Žalal Abad, cammina tra i pendii scoscesi trasportando  a dorso d’asino più di due quintali di minerali estratti nella vicina miniera.
29 agosto 1949. L’Operazione segreta “Primo Raggio” ha successo: in Kazakistan viene fatta esplodere la prima bomba atomica sovietica, quattro anni in ritardo rispetto al “Progetto Manhattan” americano, ma con quattro anni di anticipo rispetto alle previsioni dell’Intelligence statunitense, che aveva sottostimato le riserve di uranio a disposizione dei russi.

31 agosto 1991. Nel pieno del processo di sgretolamento dell’Unione Sovietica e della transizione verso la Federazione Russa, nasce lo stato indipendente post-sovietico del Kyrgyzstan. Qui si trova oggi la tomba senza nome di Aleksej, morto quarant’anni prima per una grave malattia alla tiroide.

Il villaggio segreto di Malyuu-Suu, identificato dal Programma nucleare sovietico dal solo indirizzo postale “Mailbox 200”, è stato recentemente inserito dall’osservatorio sull’ambiente del Blacksmith institute tra i luoghi più radioattivi del pianeta superato oggi solo da Fukushima e Chernobyl, ma potenzialmente molto più pericoloso. (…)

 

Ph. L’ingresso di Malyuu-Suu, che significa “acqua oleosa”

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 57 (gennaio-marzo 2024), acquistabile qui in formato cartaceo e in digitale.

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