Dopo essere stati anche torturati, i più “fortunati” vengono riportati alla frontiera e abbandonati con il rischio di morire di fame e di sete sotto il sole cocente. L’operato di numerosi trafficanti senza scrupoli e gli effetti delle politiche europee di contenimento della migrazione.
“Dopo aver attraversato il deserto – racconta J., che viene dalla Guinea – l’autista ci ha detto che non avevamo pagato abbastanza, quindi ci ha abbandonato lì. È tornato dopo due o tre giorni chiedendo soldi, ma non avevamo niente, quindi ci ha tenuti in un altro posto, in un magazzino, e dopo una settimana è arrivata la polizia. Eravamo una sessantina, in una piccola casa, non potevamo né mangiare né dormire… Venivano tutte le mattine, ci picchiavano e chiedevano soldi. Hanno tenuto i nostri telefoni e ci hanno dato un foglietto con il numero dei nostri genitori, così abbiamo potuto chiamarli e chiedere soldi. Durante la prigionia in Libia mi sono state procurate ustioni sulle braccia e sulla schiena. Ho visto due uomini picchiati fino alla morte davanti a me. Sono stato poi venduto per lavorare come domestico e successivamente ho ottenuto la libertà. Ho fatto quindi ritorno in Niger affrontando di nuovo il deserto con mia moglie e mia figlia”.
Un luogo interminabile e desolato, un oceano ocra di terra arida e sabbia. Questo il Sahara agli occhi di chi sorvola con l’aereo il più vasto deserto del nostro pianeta spaziando con lo sguardo in cerca di riferimenti. All’apparenza si direbbe avulso dalla storia dell’uomo, ma ne è sempre stata parte integrante. Al contrario di quanto si potrebbe immaginare, questa regione è contraddistinta da un’endemica mobilità di uomini e donne, recentemente mutata a causa del clima, dei conflitti, del terrorismo islamico e delle norme sui fenomeni migratori. Fiumi di persone, provenienti principalmente dagli Stati dell’Africa equatoriale e del Sahel, tentano ogni giorno di attraversare il mare di sabbia con l’obiettivo di arrivare alle coste libiche o algerine, dalle quali il miraggio dell’Europa non appare più così irraggiungibile. (…)
Ph. Una una donna in una via del centro di Agadez (Niger).
Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 54 (aprile-giugno 2023), acquistabile in libreria e direttamente sul nostro sito, in versione cartacea e digitale.