Belfast e Derry, due città pacificate ma con molte cicatrici ancora visibili | Testo e foto di Michela A. G. Iaccarino

I musei, i murales, le targhe nelle vie ricordano i sanguinosi scontri tra cattolici e protestanti e gli uomini che lottarono invano per l’indipendenza dalla Corona inglese. Le storie di alcuni superstiti dell’Ira, che hanno trascorso anni nelle galere nordirlandesi…

 

“Bambini, chi di voi conosce il significato della parola segregazione?”. La scolaresca invade i corridoi del museo, il “Free Derry”, Irlanda del Nord. Gli alunni alzano gli occhi verso striscioni, proiettili,  molotov, fotografie delle proteste del Bloody Sunday, la domenica sanguinosa della strage nel quartiere Bogside. Rimangono a bocca aperta per le immagini dei repubblicani irlandesi colpiti a morte dalla polizia che sosteneva i protestanti leali alla Corona di Londra.

“Bambini, cosa significa discriminazione?”. Arrivano dalle aule dei paesini dove si fa lezione in gaelico, ma imparano il nuovo significato di una parola inglese che già conoscono: troubles, letteralmente “i guai”, i disordini iniziati negli anni ‘60 per il conflitto nord-irlandese.

Sotto le teche ci sono le reliquie della resistenza di una delle città-epicentro dello scontro: si chiama solo Derry per i cattolici, ma è London Derry per i protestanti. Accanto alle bende col sangue secco di quelli che Dublino considera suoi martiri ci sono le giacche bucate dai proiettili che indossavano le vittime del Bloody Sunday: una apparteneva al diciassettenne Micheal Kelly. All’uscita, uno dei ragazzi che appare nelle foto d’epoca, ti fissa in carne e ossa, ma ha mezzo secolo in più. Il dolore gli ha indurito i lineamenti pallidi, i capelli sono diventati bianchi. Da quella domenica di gennaio del 1972, quando a 23 anni prese in braccio il cadavere di suo fratello trafitto dalle pallottole inglesi, avrà ripetuto migliaia di volte la stessa frase: “Mi chiamo John Kelly, sono il fratello di Micheal Kelly”.

Ancora oggi John finisce spesso in tv: cinquant’anni dopo l’omicidio di Micheal è stato riaperto il caso contro il suo assassino, “il soldato F.”, membro del corpo di paracadutisti britannici accusati di multiple stragi contro i civili. (…)

 

Ph. Un murale all’entrata del quartiere cattolico di Derry.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 54 (aprile-giugno 2023), acquistabile in libreria e direttamente sul nostro sito, in versione cartacea e digitale.

About author