Vent’anni di Cina, il risveglio di un gigante addormentato | Fotoreportage di James Whitlow Delano

Dagli anni Novanta a oggi la Repubblica popolare cinese ha voltato pagina e, dopo aver reciso molti legami con il passato, è arrivata a una condizione quasi post-moderna. Queste fotografie (1994- 2015) descrivono il flusso del cambiamento, il punto di rottura e le conseguenze della scelta di un possente scatto verso l’El Dorado del progresso, ma sempre sotto la lente costante dell’autorità.

 

Era la primavera del 1994. Entrai nel vortice di una trasformazione fondamentale e colossale. Quello che incontrai era il risveglio di un gigante addormentato, che si liberava della sua pelle dopo un secolo di lotte e di autodefinite umiliazioni e tragicamente gettava via il suo patrimonio in un altro spasmo iconoclasta epocale.Di recente, sono tornato ai miei provini e ho riesaminato con un occhio diverso, nato da quasi tre decenni di vagabondaggio sul pianeta, le fotografie che avevo fatto con la mia Leica molto tempo prima. Forse il mio io più giovane era alla ricerca dei resti della dinastia Qing o di un’idea romantica della Cina. Quello che ho scoperto, scavando in quel lavoro, sono scene che creavano una narrazione completamente nuova che descriveva la traiettoria di questa metamorfosi senza precedenti.
Abbiamo visto una Cina in ascesa fuori dal giusto contesto, come se la sua ascesa fosse inevitabile. In qualsiasi momento la Cina avrebbe potuto scegliere un’altra strada ma, come è evidente in quello che si autodefinisce “Regno di Mezzo”, il centro dell’universo conosciuto, attorno al quale ruota tutto il resto, solo un destino avrebbe soddisfatto le sue ambizioni. La storia granulosa, che si ritrova in questa serie di fotografie che abbracciano due decenni, arriva fino al midollo di un popolo disposto a insanguinarsi le mani per ricostruire una superpotenza egemonica.

Da quando è stata prodotta questa serie di immagini, il Paese ha voltato pagina ed è per questo che sono tornato a esaminare come la Cina sia arrivata al suo stato di sorveglianza quasi post-moderno, avendo reciso molti dei legami con il suo passato e come sia inciampata nell’irrisolvibile enigma dello Zero Covid. Le fotografie descrivono il punto di flusso, di rottura
e le conseguenze della scelta di uno scatto frettoloso e iconoclasta verso l’El Dorado del progresso. Ora, con la mediocre uniformità delle città pianificate, costantemente sotto la lente dell’autorità, potrà la Cina mai abbracciare la propria anima che ha cercato di cancellare con la luce orwelliana di una storia sanificata, glorificata e profondamente rielaborata e con la palla da demolizione? (j.w.d.)

 

Ph. Una donna con il suo compagno davanti alla diga delle Tre gole in via di costruzione sul fiume Yangtze a Maoping, Hubei (2005).

 

Il reportage completo è pubblicato su Reportage numero 53 (gennaio-marzo 2023), acquistabile in libreria e direttamente sul nostro sito, in versione cartacea e digitale.

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