Ecco i borghi di Capracotta, Agnone, Vastogirardi, Pescopennataro, Sant’Angelo del Pesco, dove i negozi hanno abbassato la saracinesca per sempre e le scuole sono state chiuse. Le strade non sono facilmente percorribili e, soprattutto in passato, la paura degli abitanti era quella di rimanere senza cibo. I riti scaramantici.

In Molise, nei piccoli paesi, tra le montagne, nei vicoli stretti, dietro le finestre dove le luci sembrano sempre soffuse, sono nascoste le storie di chi ha deciso di restare, dopo che i giovani se ne sono andati con un biglietto di sola andata. Sono i luoghi dove le saracinesche dei negozi si sono abbassate senza più riaprirsi e le scuole sono state chiuse, i servizi latitano, gli interventi di ristrutturazione inesistenti. Sono paesi come Capracotta, Agnone, Vastogirardi, Pescopennataro, Sant’Angelo del Pesco, tutti situati lungo la vecchia linea Gustav, una linea fortificata difensiva voluta da Hitler dopo l’8 settembre che divideva in due la penisola italiana: a nord la Repubblica di Salò, a sud gli alleati. Paesini che la Seconda guerra mondiale ha in alcuni casi raso al suolo come, appunto, Sant’Angelo del Pesco, o reso celebri nei libri di storia. Il lavoro di Giuseppe Nucci – DentroTerra – disegna lo spaccato delle zone più marginali di quest’area, quello che è l’Alto Molise, e racconta per immagini la terra, la civiltà contadina, le usanze, le tradizioni. E’, in particolare, un lavoro legato alla memoria storica della generazione di suo nonno, ma è anche un canto d’amore. Protagonisti sono gli anziani, che resistono in questi paesi semi- abbandonati e dove gli inverni non niscono mai. (…)