La pandemia ha reso ancora più remote e spopolate comunità che già soffrivano di questi problemi, obbligandole a nuove sfide. L’isolamento di molti villaggi montani ha forse salvato numerose vite, ma ha anche evidenziato i molti problemi di natalità, povertà, invecchiamento ed emigrazione.
Sebbene la diffusione del virus nelle aree rurali settentrionali del Portogallo sia stata meno pesante che nelle sue aree urbane, le misure imposte per contenere la pandemia hanno avuto un impatto enorme anche in queste aree disagiate: il Covid-19 ha reso ancora più remote e spopolate comunità che già soffrivano di questi problemi, obbligandole a nuove s de. Quella che vogliamo raccontare, inoltre, è anche una storia sulla resilienza: comunità che, nonostante le nuove difficoltà, mantengono una lunga e orgogliosa tradizione di autosussistenza lontane dal potere centrale.
L’isolamento è stato allo stesso tempo una benedizione e una maledizione per i villaggi remoti del Portogallo. L’eccezionale isolamento fisico e sociale di molte comunità da un lato probabilmente ha salvato numerose vite, ma dall’altro ha evidenziato i molti problemi che caratterizzano queste regioni: povertà, bassi tassi di natalità, invecchiamento della popolazione ed emigrazione. Tutto questo ha nito per mantenere questi villaggi – e i loro perlopiù anziani abitanti — relativamente isolati dal virus ma anche, a lungo termine, dallo sviluppo e dalla sopravvivenza. (…)
Ph. L’interno di una casa contadina a Aldeia Nova Do Barroso, nella provincia di Trás-os-Montes e Alto Douro, Portogallo, durante il Covid.
Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 50 (aprile-giugno 2022), acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e digitale.