Alcuni mesi prima dell’invasione russa sono nati numerosi corsi di addestramento militare e di sopravvivenza: dalla medicina tattica alla guerriglia urbana, dalla mimetizzazione al cecchinaggio. Poi gli uomini hanno difeso le città, mentre donne e bambini hanno attraversato il confine con la Polonia.
Un autocarro militare esce fuori strada passando su aiuole e spartitraffico investito da colpi di arma da fuoco ai quali risponde. I colpi sembrano arrivare dall’alto, ma anche da un uomo che si muove intorno a un furgone bianco. L’autocarro si ferma vicinissimo al furgone e dal rimorchio si lancia fuori un militare, forse ferito, apparentemente disarmato, che cerca di proteggersi dietro una ruota. I colpi, tuttavia, arrivano anche dai palazzi di fronte. L’uomo del furgone continua a sparare nella direzione dell’autocarro.
Il militare adesso è fermo, paralizzato, mentre i proiettili cambiano obiettivo. A poche decine di metri, infatti, lungo la strada, appare un carro armato che, con una manovra insensata, schiaccia letteralmente una macchina di civili che arriva dall’altra direzione. Gli spari si interrompono e poi subito riprendono. A far fuoco è ancora l’uomo del furgone bianco che questa volta si fa avanti verso l’autocarro, lentamente gli gira intorno. Adesso ha il soldato sotto tiro. Il soldato è ancora fermo, impietrito. L’uomo dell’autocarro spara più colpi nella sua direzione. (…)
Ph. Gente comune che si esercita nel distretto di Desnyans’kyi ai corsi di Difesa territoriale (molti di loro hanno comprato abbigliamento militare, ma non tutti hanno il porto d’armi, che richiede diverse prove prima del suo rilascio).
Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 50 (aprile-giugno 2022), acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e digitale.