Nelle isole Azzorre con Antonio Tabucchi e i vecchi balenieri | Testo e foto di Graziano Graziani

Qui nel 1983 lo scrittore ambientò “Donna di Porto Pim”, una sorta di taccuino di viaggio che si fonde con un libro di racconti. Da molti anni la caccia alla balena è vietata, ma i cetacei – che continuano a seguire la loro rotta – si possono osservare non solo nel museo di Faial, ma coi binocoli in lontananza nel mare.

 

“La vita è un appuntamento, lo so di dire una banalità, Monsieur, solo che noi non sappiamo mai il quando,  il chi, il come, il dove”. Così scrive Antonio Tabucchi in Rebus, un racconto tratto dalla raccolta Piccoli equivoci senza importanza. L’appuntamento che stavo cercando, a Faial, nel mezzo dell’Oceano Atlantico, non era con cose o persone, ma con una storia che riguardava per l’appunto Tabucchi, o meglio, un suo libro di pochi anni prima dei “piccoli equivoci”, Donna di Porto Pim, uscito nel 1983. Per quanto a qualcuno possa sembrare un nome di fantasia, Porto Pim esiste davvero e si trova su quest’isola dell’arcipelago delle Azzorre. Il significato letterale del nome è “porto sicuro”, attribuitogli dalla prima persona insediata sull’isola nel lontano 1465, il capitano Josse van Huerter, avventuriero originario delle Fiandre, dal cui cognome sembra che derivi il toponimo Horta, l’insediamento principale di Faial.

Donna di Porto Pim è un libro atipico, fatto di narrazioni, appunti, citazioni di altri libri e persino mappe; è una sorta di taccuino di viaggio che si fonde con il libro di racconti, un oggetto dalla natura ibrida e sospesa, composta di elementi fragili che si tengono assieme in virtù della scrittura e di un immaginario eminentemente letterario, che vede nelle balene – di cui è popolato tanto il libro quanto questo braccio di oceano – più il profilo di una metafora che di un animale. In queste pagine c’è un frammento che parla di appuntamenti; lo fa quasi di passaggio, riportando a un certo punto il testo di un messaggio ingiallito, in francese, che recita all’incirca così: “Tom, scusami, sono partita per il Brasile, non potevo più restare qui, stavo impazzendo. Scrivimi, vieni, ti aspetto”. Segue un indirizzo di Copacabana, accompagnato dalla firma, Brigitte. (…)

 

Ph. Una veduta panoramica della città di Horta, capoluogo dell’isola di Faial.

 

L’articolo completo è pubblicato su Reportage numero 45, acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e in digitale.

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