Il Paese scandinavo persegue da anni la politica di accoglienza più generosa e ambiziosa d’Europa e riceve il maggior numero di richieste d’asilo in rapporto alla popolazione: 162.877 rifugiati nel solo 2015, a seguito della guerra civile siriana. Il pericolo dell’estrema destra.
Ci si era appena lasciati alle spalle il solstizio d’inverno, quando nel Natale del 1965 la voce di Olof Palme alla radio irruppe in ogni casa svedese: “I pregiudizi sono radicati nella vita di tutti i giorni. Crescono sul posto di lavoro e nel quartiere. Danno sfogo ai nostri fallimenti e alle nostre delusioni”, affermava nel suo intervento. Mancavano ancora quattro anni alla sua nomina a presidente del Consiglio, ma la sfida dell’immigrazione, e le perplessità che essa genera, lo preoccupavano già: “Il pregiudizio è soprattutto un’espressione di ignoranza e paura. Ignoranza riguardo all’unicità di altre persone. Paura di perdere un diritto prioritario, una posizione o un privilegio sociale. Pertanto, il pregiudizio è sempre in agguato, anche in una società illuminata. E può lacerare ferite che non potranno mai essere rimarginate”. L’eco del suo messaggio, sia nella forma che nella sostanza, risuona ancora 55 anni dopo.
Senza dubbio, la Svezia persegue da anni la politica di immigrazione più generosa e ambiziosa d’Europa. Il fatto è che, proporzionalmente alla sua popolazione totale (10,3 milioni di abitanti), questo Paese ha ricevuto più richieste di asilo di qualsiasi altro dell’Unione Europea: 162.877 rifugiati nel solo 2015, a seguito della guerra civile siriana. È stato anche il primo Stato membro a concedere un permesso di soggiorno a tutti i rifugiati siriani nel 2013. Ciò ha fatto sì che, attualmente, il 19,42 per cento (circa due milioni di abitanti) delle persone che vivono sul territorio svedese non siano nate qui. Basta camminare per le strade fredde e grigie di Stoccolma, così come per i suoi centri commerciali silenziosi in modo sconcertante – scrutando i volti di chi s’incontra – per verificarlo. (…)
ph. Una veduta panoramica del centro di Stoccolma.
Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 44, acquistabile in libreria e qui in versione cartacea e in digitale.