Il centro di Londra è il regno dei ricchi e l’edilizia popolare è stata abbandonata | Testo di Adriano Marzi Foto di Alessia Gammarota

È in corso una vera rivoluzione edilizia a favore dei multimiliardari. Tra Nine Elms, Vauxhall, Southwark e Blackfriars bridge sono in cantiere oltre trecento nuove torri residenziali extra-lusso. I risultati dell’inchiesta sull’incendio della Grenfell Tower.

 

Londra sta cambiando così rapidamente che lasciare la città per appena un paio di anni è stato sufficiente a farmi sentire spaesata al mio ritorno. Molti dei quartieri che mi erano più familiari hanno subito una trasformazione radicale, che li ha privati della propria ricchezza culturale. Oggi appaiono tutti uguali, come fossero stati appiattiti dalla stessa pressa. Aree come Brixton o Hackney Wick continuano a venir pubblicizzate dalle agenzie immobiliari come ‘quartiere degli artisti’. Ma le comunità che le hanno rese celebri si sono ormai trasferite altrove a causa dell’aumento esorbitante degli affitti”. La fotografa italiana Alessia Gammarota – autrice delle foto di questo servizio – vive a Londra dal 2011, periodo in cui è stata costretta a cambiare più volte quartiere sotto la spinta della “gentrificazione” della città (dal francese genterise, “di origini gentili”, la parola indica lo sradicamento di intere comunità a reddito medio-basso per fare spazio a nuovi abitanti a reddito alto), un fenomeno divenuto pian piano oggetto del suo lavoro.

“Avevo letto – continua Alessia – di un gruppo di attivisti che a Eaton Square stavano occupando una casa da 15 milioni di sterline di proprietà dell’oligarca russo Andrey Goncharenko. Quando sono andata a cercarli, erano già stati sgomberati. Ma avevano subito occupato un altro immobile da 14 milioni di sterline del banchiere bahreinita Abdulrahman Aljasmi. Sette piani proprio di fronte a Buckingham Palace. Questa volta ero con loro quando è arrivata la polizia. Lo sgombero era stato disposto d’urgenza, perché secondo la questura rappresentavamo una minaccia per la regina”.

Conosciuti come Autonomous nation of anarchist libertarians, o meglio Anal, questo gruppo di attivisti è stato impegnato a lungo in una serie di occupazioni mirate agli immobili di più alto valore finanziario a Londra. Azioni volte a “fare luce sullo scandalo di migliaia di appartamenti vuoti mentre il numero dei senza tetto londinesi cresce a dismisura”, spiegano quelli di Anal. Kensington e Chelsea, i quartieri più ricchi della città, hanno infatti la più alta percentuale di case disabitate di tutto il Regno Unito. Mentre il report “Housing in London” della Greater London authority stima in oltre 10mila le persone che vivono per strada, un numero cresciuto del 10 per cento dal 2015.

Grazie a un attraente sistema di tassazione, Londra è divenuta la residenza favorita dai multi-miliardari di tutto il mondo. Una tendenza che il nuovo premier inglese Boris Johnson – in passato anche sindaco della capitale – promette di continuare a favorire, riducendo ancor più regole e peso fiscale. (…)

 

 

ph. Zeus, il cane degli squatter del collettivo Oral in un edificio occupato a Soho.

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 42, acquistabile in versione cartacea e in digitale.

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