Si chiama Spartacus il progetto della House international di Reggio Calabria, una Ong che mette in contatto diretto i lavoratori immigrati con una rete di piccoli produttori impegnati nel commercio solidale e che garantiscono il rispetto dell’ambiente e della legalità. Le storie di Bah, Robb, Seye, Djabate…
Bah Moddo è arrivato a Lampedusa dal Gambia nel 2012 e, prima di essere impiegato con un regolare contratto di lavoro, non gli è stata risparmiata nessuna delle tappe di quella sorta di via crucis dei migranti che anelano all’Europa. Il momento peggiore, ricorda, è stata la traversata del Sahara, “dove non vedi nulla di fronte e attorno a te se non il deserto” e per giorni rimani in balia della natura e dei trafficanti di esseri umani. Bobb Kebba invece i momenti più drammatici li ha vissuti in Libia, prima di imbarcarsi su uno degli innumerevoli barconi della disperazione, nel 2016. Del viaggio attraverso il Canale di Sicilia nessuno dei due parla, ma entrambi non paiono serbarne un vissuto altrettanto negativo come quello che gli ha riservato, in seguito, la tendopoli di San Ferdinando, punto di approdo dopo tanto peregrinare. È nel ghetto creato da Protezione civile e ministero dell’Interno dopo la rivolta del 2010 nella zona industriale del comune che no al 1977 faceva tutt’uno con la vicina Rosarno, tra fabbriche dismesse e agrumeti sempre più spesso soppiantati dal nuovo business dei kiwi, che i due giovani si sono conosciuti.
La loro storia non sarebbe diversa dalle migliaia di altre che si possono ascoltare nelle campagne
del sud della Calabria se non fossero i primi a uscire dal ghetto per andarsene a vivere insieme in una casa regolarmente affittata, in una zona dove si vive tuttora separati come ai tempi dell’apartheid
in Sudafrica o come oggi in una favela brasiliana. Possiamo considerarli un’avanguardia piuttosto che un’eccezione, visto che entrambi sono stati tirati fuori dagli alloggi di fortuna nei quali vivevano grazie a un progetto che i promotori, i responsabili della Ong International House di Reggio Calabria, hanno denominato Spartacus, come lo schiavo che capeggiò la rivolta contro Roma ai tempi dell’impero. (…)
ph. Steven, migrante ghanese, davanti alle ceneri della propria abitazione dopo l’ennesimo incendio che ha spinto il ministero dell’Interno a sgomberare la baraccopoli di san Ferdinando. Il ragazzo viveva accanto alla roulotte dove ha trovato la morte il 29enne Moussa Ba. (…)
Il servizio completo è pubblicato su Reportage numero 41, acquistabile in versione cartacea e in digitale.