I numeri sono chiari: ogni anno decine di giornalisti in tutto il mondo muoiono svolgendo il proprio lavoro; centinaia, inoltre, vengono arrestati o sequestrati.
Le cifre di Reporters Sans Frontieres – l’organizzazione non governativa che promuove e difende la libertà di informazione e di stampa – relative al 2018 parlano di 80 morti, di 348 giornalisti e giornaliste in stato di detenzione e di 60 ostaggi. Percentuali in crescita rispetto al 2017.
Anche per evitare situazioni simili e per riuscire a ridurre i fattori di rischio, nel 2015 è nato in Italia il War Reporting Training Camp, un corso di addestramento e di primo soccorso in ambienti ostili (Hefat), rivolto agli operatori dell’informazione e, più in generale, anche a chi lavora in aree particolarmente critiche o in contesti di guerra, che si è avvalso nel corso degli anni di personale provenienti da Esercito Italiano, Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta e docenti specializzati in medicina tattica, sicurezza informatica, security management, psicologi esperti in gestione dello stress e PTSD, personale impiegato nel recupero dispersi in montagna, esperti di di survival e orienteering.
Anche quest’anno il War Reporting Training Camp si svolgerà a giugno, dal 25 al 30, ad Arvier, in Valle d’Aosta.
Sei giorni caratterizzati da lezioni teoriche e addestramenti specifici sul terreno utili ad acquisire capacità e competenze indispensabili per lavorare nelle migliori condizioni di sicurezza possibili.
