Islanda, il boom del turismo ha messo in crisi l’economia – fotoreportage di Denis Meyer

Estrema destinazione per i viaggiatori in cerca di paesaggi mozzafiato, l’Islanda – che conta complessivamente 335mila abitanti del Nord Atlantico – accoglie oltre due milioni di turisti all’anno. Questo settore oggi è, dunque, la principale fonte di reddito del Paese, davanti alle industrie secolari della pesca e dell’alluminio, un dato che potrebbe facilmente cambiare il volto del Paese e la sua natura esuberante, una terra di ghiaccio e fuoco. L’Islanda, peraltro, può contare su un grado quasi zero di insicurezza, per posizionarsi come “porto sicuro”, lontano dalla minaccia di attacchi terroristici che colpisce il mercato turistico nel Mediterraneo. Il boom del turismo, tuttavia, pone serie sfide al paese. Le strade non stanno tenendo il passo, gli hotel sono saturi, l’esplosione del numero di airbnb ha portato a un’impennata del mercato immobiliare nella capitale, a scapito degli abitanti della città che ora lottano per trovare un tetto. Il modello economico dell’isola è fragile. Gli economisti temono che il turismo perderà slancio, o addirittura crollerà nel giro di pochi anni, prima che l’isola ne approfitti per diversificare le sue attività. Tanto più che l’origine di questo boom, soprattutto per il turismo invernale, è direttamente collegata ai social network. Se i social media si schierassero contro il turismo in Islanda, gli effetti si sentirebbero molto rapidamente. L’urgenza della situazione impone di agire velocemente e in maniera adeguata. (…)

 

 

Il servizio completo è pubblicato su Reportage n°37, acquistabile qui in cartaceo e in versione digitale.

 

 

ph: Tre turiste orientali si affacciano dagli oblò della carcassa abbandonata di un Douglas R4D-8 della marina Usa che si schiantò a Sólheimasandur il 21 novembre 1973

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