Mister John DeLoca, proprietario del poligono di tiro Seneca Sporting a New York, è seduto su un divano belle époque con una pistola in mano. È una nove millimetri, proiettili a punta cava. DeLoca si passa lentamente la mano sul volto e si liscia i baffi: “Il mio compito – dice – è assicurarmi che i miei clienti tornino a casa con gli stessi connotati con cui sono entrati”.
Al Seneca Sporting Range è pomeriggio. Gli spari degli avventori rimbombano sotto un grande striscione della National rifle association, la lobby delle armi in America. Mentre passeggia vicino a un’ex ghiacciaia di legno zeppa di documenti, Johnny Guns, come lo chiamano gli amici, fa spallucce: “Nel tempo ho scoperto che tra gli stupidi e gli individui che vanno matti per le armi c’è un rapporto molto stretto”, spiega. “Certi vengono qui completamente sprovveduti – aggiunge – c’è bisogno di metterli in carreggiata, educarli a maneggiare la pistola e spiegar loro la normativa”.
I tesserati del poligono, un centinaio, sono una combinazione di ruvidi personaggi da pub e pigno-
li conoscitori di armi in grado di trascorrere ore a descrivere caratteristiche di pistole e proiettili.
Tra loro ci sono diversi muratori, buttafuori, il direttore di una scuola, avvocati e almeno un chirurgo plastico. Lo fanno per scaricare la tensione. Non disturbano nessuno. Ma, come si sa, in America c’è anche gente che spara dove non dovrebbe. E spesso.
Ogni anno muoiono 33mila persone innocenti a causa di armi da fuoco. (…)
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