Uno smartphone è ormai un’appendice del nostro corpo, uno strumento che è divenuto parte integrante di noi e l’abitudine al suo utilizzo, la simbiosi a cui siamo stati indotti dalle sue funzioni, lo rende necessario al nostro vivere. Ne constatiamo l’importanza, l’esigenza, ma alla fine: perché ci serve? Una domanda a cui chiunque potrebbe dare una pluralità di risposte. Se, tuttavia, ce la ponessimo in relazione al continente africano, la risposta sarebbe una sola: perché il cellulare, in Africa, è oggi una rivoluzione. La telefonia mobile dapprima ha permesso di sopperire a quella che era la mancanza di una rete di telefonia fissa, poi – con lo sviluppo degli smartphone e la nascita delle start up e delle app – ha iniziato a dare un contributo concreto allo sviluppo e alla modernizzazione di molteplici settori della società africana, compresi l’alimentazione e l’agricoltura.
L’agricoltura è un settore chiave, basti pensare che il 30 per cento del Pil del continente deriva da agricoltura e allevamento. Dall’agricoltura dipende il sostentamento del 70 per cento della popolazione, ma il lavoro agricolo si fa in molti casi con strumenti arcaici ed è sostanzialmente praticato ai fini della sussistenza famigliare. Dei 500milioni di ettari di terra arabili presenti in Africa, meno della metà vengono coltivati.
In che termini quindi oggi pc, tablet e smartphone stanno invece cercando di dare un impulso dal basso al mondo rurale? Dal momento che gli smartphone stanno diffondendosi sempre più, 340 milioni di africani quotidianamente si connettono ad internet e le stime dicono che ogni anno i fruitori assidui della rete aumentano del 10 per cento l’anno, numerosi giovani informatici africani hanno deciso di dar vita a numerose applicazioni, che possono essere consultate da chiunque abbia un accesso alla rete, a partire dai contadini.
In Botswana, è nata Modisar che permette agli allevatori di ricevere in tempo reale consulenze zootecniche e avere un consulto sulle variazioni di mercato del costo dei bovini e dei prodotti da loro derivati così da ottimizzare i tempi ed essere in costante aggiornamento. In Camerun c’è Agro Hub che oltre a dare informazioni pratiche per avere una miglior resa dai terreni, crea una rete che mette in contatto produttori e acquirenti, si impegna anche a trovare i mezzi di trasporto per la distribuzione e fornisce indicazioni sui costi delle materie prime e sui prezzi dei prodotti una volta che devono essere venduti. Vet Africa è diffusa in Tanzania e fornisce consulenze veterinarie in modo gratuito mentre uno dei paesi più all’avanguardia per quanto riguarda le applicazioni per aiutare i piccoli agricoltori è il Kenya. E’ qui infatti che è attiva Mfarm, che consente ai contadini di mettersi in contatto con i fornitori, Kuza Doctor dà invece consulenza sui fertilizzanti e le condizioni del terreno, mentre iCow dà istruzioni su come raccogliere e conservare il latte delle mandrie.
Queste sono solo alcune delle applicazioni sviluppate in Africa per favorire l’agricoltura. Altre stanno nascendo in Ghana, Rwanda, Senegal. ”L’agricoltura oggi contribuisce per 100miliardi di euro al pil africano. Grazie agli smartphone, nei prossimi anni si registrerà un incremento di produttività del 3 per cento”, prevede la Fao. Significa che si verificherà un aumento della produzione pari a tre miliardi di euro.