Un autore un libro. Con Davide Orecchio
di Maria Camilla Brunetti
Davide, come hai costruito l’impianto narrativo di “Mio padre la rivoluzione“, sorprendente per documentazione storica di archivio e allo stesso tempo per stile immaginifico?
Le fondamenta, le mura perimetrali, le trovi nel capitolo centrale, Cast: una storia raccontata attraverso citazioni, epigrafi, voci di protagonisti, testimoni e studiosi della Rivoluzione russa e del comunismo. Ma quello è solo un esempio un po’ estremo di come ho lavorato. Ho recuperato vecchie letture dei tempi universitari (le rivoluzioni dell’età moderna e contemporanea sono sempre state una mia passione) e le ho rinfrescate per quanto potevo, nel tempo concesso ed entro i limiti imposti a uno scrittore che non è né un sovietologo, né uno slavista. Poi ho cercato una coabitazione tra queste testimonianze e la mia. Per trovarla ho dovuto “alzare la voce”, scegliere registri lirici, epici, a volte il linguaggio del mito: quasi un urlo che mi consentisse di governare le scritture che portavo nel libro.
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L’intervista completa è su Reportage n. 33 in libreria e acquistabile qui in cartaceo e in ebook .