Costruite negli anni Sessanta per ridurre la pressione demografica, queste abitazioni a poco prezzo hanno finito per ospitare turisti, lavoratori privi di permesso, neolaureati. Oggi è un luogo altamente multietnico con indiani, nigeriani, filippini, cingalesi…
Diciassette piani, 10 ascensori, 10mila persone ogni giorno, 330 telecamere, 1.980 stanze, infiniti scalini, ventilatori e cavi elettrici in ogni dove. Poi guest house, piccoli bistrot e fumi di spezie, uffici per le richieste d’asilo e cambiavalute che possono, in poco tempo, tramutare qualunque moneta nel dollaro di Hong Kong, l’isola felice che entro il 2018 raggiungerà i sette milioni e mezzo di abitanti. Eden infernale e labirintico, le chungking mansion si trovano al numero 44 di Nathan Road, strada nel quartiere settentrionale di Kowloon chiamata anche Golden Mile per i vertiginosi costi al metro quadro. E proprio lì, dove per il settimo anno consecutivo il mercato immobiliare di Hong Kong è stato classificato il meno accessibile al mondo con affitti medi 19 volte più alti del salario medio, si possono trovare le stanze più economiche, 14 euro per una notte, bollitore del thè e bagno condiviso. (…)
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