La rinascita di Grozny passa per i grattacieli ma non per i diritti – di Cecilia Tosi foto di Lorenzo Del Pace

Dopo essere stata rasa al suolo nel 2000, durante la seconda guerra con la Russia, la capitale
della Cecenia sembra oggi una nuova Dubai. Così l’ha voluta il presidente Kadyrov, ora filo-Putin e accusato di crimini contro l’umanità, a partire dai gay.

Ve la ricordate Grozny? È la città che nel 2000, durante la seconda guerra in Cecenia, è stata completamente rasa al suolo. Ora è risorta, ma i vecchi quartieri, le vecchie case, bruciate fino alle fondamenta, sono soltanto un ricordo. Il loro posto è stato preso da una nuova capitale, luccicante di grattacieli, boutique d’alta moda, moschee dai minareti imponenti, come una piccola Dubai. È qui che il presidente della Repubblica, Ramzan Kadyrov, l’uomo che nel 2005 ha preso in mano le redini della Cecenia, ha recentemente dichiarato – tramite il portavoce Karimov – che nel suo Paese i gay non esistono e che se esistessero le loro famiglie avrebbero già provveduto a mandarli in un posto senza ritorno.

Kadyrov intendeva rispondere alle accuse lanciate da Novaya Gazeta – il giornale dove scriveva Anna Politkovskaya – a proposito delle persecuzioni degli omosessuali in Cecenia, accuse secondo le quali sarebbero almeno un centinaio gli omosessuali detenuti e torturati nei pressi di Grozny, alcuni dei quali poi deceduti. (…)

 

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