È l’ora dell’inizio della liturgia nel Colegio Máximo di San José nella zona di San Miguel, ovest della Gran Buenos Aires, il gigantesco cordone operaio urbano che circonda la capitale argentina. L’edificio principale è classico, sobrio. Non ha lussi o decorazioni artificiose, però è bello e imponente. Si erge nel mezzo di un enorme parco di 50mila metri quadrati. Tra i grandi alberi, il prato curato e il rumore sommesso dell’acqua si sentono voci che cantano: “Un solo Signore, una sola fede, un solo spirito”, un canto corale che va in crescendo.
A guidare la cerimonia c’è il Rettore ed ex capo della Provincia argentina della Compagnia di Gesù, a cui piace moltissimo quel canto. Per molti di coloro che si trovano lì, il rettore è molto più di un semplice rettore. È il leader. Alcuni pensano sia addirittura un santo. E un giorno, non a caso, quest’uomo sarà il primo papa americano della Chiesa Cattolica. “In questa casa c’è un solo Signore”, aveva l’abitudine di dire. Tutti sapevano che non si riferiva a Cristo.
“Lo conobbi quando avevo circa dieci anni, all’inizio degli anni Ottanta, e lui era Rettore e parroco della chiesa locale. Più tardi, feci parte della prima generazione di bambini del barrio che presero i voti di sacerdote nel Colegio Máximo”, racconta Eduardo Vallejos, uno del quartiere, nato e cresciuto nel luogo in cui si trova l’insediamento gesuitico e che conobbe l’attuale pontefice molto prima che fosse Francesco. (…)
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