L’alleanza con Anel non preoccupa gli elettori di Syriza – di Ilaria Morani

Atene si sveglia ogni giorno, dopo il 25 gennaio, in una sobria attesa. La vittoria di Syriza e l’immediata formazione del nuovo governo, con i primi punti di un programma decisamente di sinistra, hanno acceso le speranze di svolta. “Gli abbiamo dato una possibilità, ora se la deve giocare”, dicono alcuni simpatizzanti nel bar del centro occupato K Vox di Exarchia, il cuore della vita del Movimento che ha portato al trionfo Alexis Tsipras. “Deve mettere le cose in chiaro con l’Europa, prendere tempo e poi occuparsi di noi che non riusciamo più a campare”, stabilisce Roby, che parla con foga davanti a una tavolata di amici e versa raki nei loro bicchieri. Uno dei temi è l’alleanza di governo con l’Anel, il partito di centrodestra nato da una costola di Nuova Democrazia. “Io sono gay e sono pure di colore e a loro non piaccio. Anel per me è allo stesso livello di Alba Dorata”, esclama Joanne.

Ma alla domanda “vi sentite traditi?”, la risposta è unanime: “No, era l’unico modo per governare e combattere l’austerity”.

Elias Panteleakos 1Elias Panteleakos, il segretario della sinistra giovanile di Syriza, si presenta all’appuntamento nell’abbigliamento del perfetto democratico dei circoli italiani. Pantaloni comodi marroni, camicia un po’ stropicciata, giacca, le Clarks ai piedi e uno zaino sulle spalle. Perché anche se è stato eletto responsabile dei giovani con l’85 per cento dei voti della segreteria centrale rimane pur sempre uno studente di ingegneria navale di 24 anni, che rappresenta buona parte di quel 60 per cento di ragazzi greci che hanno votato il suo partito.

All’università, al primo anno, aveva partecipato ai movimenti studenteschi che manifestavano in piazza contro l’uccisione di Alexandros Andréas Grigoropoulos da parte della polizia, nel quartiere anarchico di Exarchia.

Tsipras a quei tempi era in prima linea e raccoglieva i sentimenti dei ragazzi che protestavano in strada. Poi, nel 2008, molti, come lo stesso Elias, decisero di aderire alla sinistra radicale di Synaspimos. Il Movimento, formato da piccoli e grandi gruppi di attivisti, dai giovani comunisti agli anarchici, pose così le basi per una forte collaborazione, che ha poi permesso la vittoria di Syriza. Ideali differenti, ma la medesima visione del cambiamento.

“Se hai vissuto nell’ultimo anno in Grecia sai che allearsi con la destra era l’unica via di uscita – spiega Elias – Non mi piacciono, non rispetto il loro leader, abbiamo tantissime differenze, ma ci unisce il desiderio di combattere l’austerity e per ora questa è l’unica cosa che conta”. Il nuovo governo di sinistra “ha aperto una finestra per tutti, ora sta a loro giocarsela”. È uno scambio che garantisce l’equilibrio: “Se noi abbiamo bisogno dei loro numeri per governare, a loro serviamo noi per sopravvivere”. Certo, tutti sostengono che sarebbe stato preferibile che Syriza conquistasse la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari, ma – sebbene alcuni sondaggi prevedessero un’ipotesi così favorevole – non è stato possibile: “Negli ultimi quattro anni – spiega Elias – la metà dei giovani lavoratori si sono trasferiti all’estero, ad esempio i medici in Gran Bretagna, gli ingegneri in ogni Paese: difficile trovare un posto di lavoro in Grecia, meglio tentare oltre confine. Molti, quindi, non hanno avuto la possibilità di rientrare per votare e non è permesso nelle ambasciate: loro avrebbero fatto la differenza e forse avrebbero scongiurato l’alleanza con gli indipendentisti”.

A questo punto non c’è più tempo per sottilizzare, la battaglia contro la Merkel non sarà facile. Nel suo breve discorso dopo la vittoria, d’altronde, Tsipras ha ringraziato gli elettori, ma non ha promesso nulla. Ha soltanto chiesto di lavorare tutti insieme per risolvere la crisi, che è “pesante e appiccicosa” e che sarà difficile lavare via.

 

 

 

photo credit: Ilaria Morani

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