La strada che da Colombo porta a Mutur, nel nord-est del Paese, è un lungo lembo d’asfalto che dopo un centinaio di chilometri si mescola a terra battuta dal traffico incessante di automezzi. A mano a mano che ci si avvicina alla parte settentrionale dell’isola i checkpoint si fanno più frequenti, uomini armati dell’esercito e della polizia locale controllano e scrutano ogni veicolo in transito. Nell’unclear zone dove non si sa quando finisce il controllo governativo e inizi quello della Ltte (Liberation Tiger of Tamil Eelam, più semplicemente Tigri Tamil), il paesaggio è selvaggio, la strada, ormai di sola terra battuta, si fa sempre più stretta e i controlli diventano più scrupolosi, tanto da doversi fermare e permettere di registrare il numero del veicolo. Verdi sacchi di sabbia costituiscono le postazioni di controllo dalle cui feritoie s’intravedono uomini dell’esercito e della polizia che più avanti s’incontreranno ai bordi della strada. A dieci anni dallo tsunami (…)
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