Contemplare, e riflettere. Rinvigorire le dosi di razionalità a mia disposizione, e provare ad afferrare la sacche di realtà che per caso finiscono sotto osservazione, o forse per tentacolari associazioni di idee, e di colpo ambire a decriptare la forma delle cose sfidando il massimo grado di complessità possibile per coglierne ogni nodo, ogni collegamento, ogni punto critico. Contemplare, e riflettere. Ecco le parole d’ordine da me immediatamente intese a Ivrea, all’erompere degli scenari olivettiani, sulla lunga promenade di via Jervis, palcoscenico di uno spettacolo di spettrale luminescenza inattesa, con il sole alto e i raggi abbacinanti milluplicati da mitragliate di urti elastici tra le particelle di luce liberata e le pareti di vetro delle Officine Ico, progettate da Figini e Pollini. (…)
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