Una passeggiata “laica” dentro Città del Vaticano, a prescindere dall’avvicendarsi dei papi, una passeggiata – semmai – con i residenti, come se fosse una città qualsiasi con il supermercato, la farmacia, la banca, ma anche i Musei e la cappella sistina. Non una città qualunque, perché soltanto chi ha il pass può entrare e dove la “security” si avvale addirittura di un Grande Orecchio in ascolto, motivo per cui il silenzio è d’oro. Con questo servizio di Maria Tiziana Lemme, corredato da straordinarie foto di dipinti vaticani, si apre il numero 14 (aprile-giugno 2013) del nostro trimestrale “il Reportage”. Segue un racconto che chiama nuovamente in causa la chiesa con uno dei pochi casi di tolleranza nei confronti dell’omosessualità: quello della tradizionale processione dei “femminielli” napoletani all’Abbazia di Montevergine in occasione del ringraziamento alla Madonna nera per un miracolo avvenuto nel Duecento (l’autore è Angelo Mastrandrea, le foto sono di Dino Ignani).
Riccardo Palmieri spiega, invece, il dietro le quinte delle grandi fiction televisive, da Boris ai Cesaroni, mentre Graziano Graziani racconta la chiusura di quelli che un tempo si chiamavano “manicomi criminali” attraverso un reportage negli Opg di Aversa e Montelupo (le foto sono di Ilaria Scarpa). Il clamoroso caso di Alberto Orlando, che segnò quattri reti al suo esordio in nazionale, record mai eguagliato, è al centro del “pezzo” di Fernando Acitelli, che parla del quartiere periferico romano di Tor Pignattara dal dopoguerra a oggi, dove Orlando vive.
La sezione “esteri” della rivista si apre con un reportage di Daniele Bellocchio (con foto di Marco Gualazzini) dal Nord Kivu, dove continuano gli scontri tra hutu e tutsi. L’India degli indù, che hanno celebrato a febbraio il grande Kumbh Mela, ma anche della violenza quotidiana sulle donne, è il tema del reportage di Maria Camilla Brunetti (con le foto di Stefano Snaidero e un testo di Beppe Sebaste). Il quartiere “straniero” di Bruxelles, Molenbeek, è invece il tema del servizio di Francesca Spinelli, con le foto della belga Patricia Gérimont. L’Africa si riaffaccia con il reportage di Massimo Vita dalla baraccopoli di Kibera, poco distante da Nairobi, dopodichè “il Reportage” si sposta per la prima volta in Nuova Zelanda, dove esiste un modello ideale di scuola, descritto dall’interno da Matteo Telara. Segue il fotoreportage sui ghiacci del fotografo polacco Michal Bulik.
Ricca e importante anche la parte “letteraria” della rivista. Lo scrittore argentino Adrian Bravi racconta un episodio inedito della vita di Ernesto Sabato, il grande scrittore che era suo vicino di casa a Buenos Aires, mentre Maria Teresa Carbone intervista Nanni Balestrini sui cinquant’anni del Gruppo 63. Valerio Magrelli firma una nuova “Lettera aperta” sulle sperequazioni della “giungla retributiva”. Il racconto che, come di consueto, chiude il numero è di Ugo Cornia.