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“Il 16 dicembre? Certo, ricordo benissimo quel giorno. Era il compleanno della mia migliore amica. Mi chiamò la mattina per invitarmi alla sua festa, la sera stessa, in un locale di south Delhi. Ci andai accompagnata da altre amiche. Tornammo a casa tardi, quella notte, saranno state le tre, tre e mezza. Non avevo sonno, così mi misi al computer. Sulle pagine facebook di tutti i miei amici trovai link di articoli che riportavano la notizia di una studentessa, di soli due anni più grande di me, che era stata violentata da sei uomini in un autobus che da Munirka la stava portando a Dwarka. Ricordo che rimasi senza fiato. Avevo un solo pensiero in mente: la linea che unisce quei due quartieri di Delhi era la stessa che avevo preso io trenta minuti prima di quella ragazza. Fu uno shock: come lei quella sera, poco dopo le nove, avevo aspettato a lungo un autobus alla stessa fermata di Munirka. Quello che era successo a lei poteva succedere a me! Non riuscii più a prendere sonno, continuavo a pensare a lei, ma non avrei mai immaginato quello che sarebbe successo il giorno dopo, quando mi resi conto che in India stava accadendo qualcosa di epocale, migliaia di donne scendevano in piazza per dire basta alla violenza maschile”. (…)