Donne coraggiose contro la ‘ndrangheta. È questo il tema forte con cui si apre il numero 12 di Reportage (ottobre-dicembre 2012). Sono sempre più numerose in Calabria le mogli e le figlie di esponenti dei clan che si ribellano, così come è più facile, oggi, l’elezione di sindaci donne. A raccontare le loro storie è la giornalista Federica Tourn, che con il fotografo Paolo Ciaberta, è stata nelle città calabresi più esposte alla criminalità organizzata.
A seguire, un’altra inchiesta di particolare e tragica attualità, che tratta di omofobia e della mancata tutela in Italia dei diritti degli omosessuali (la firma Maria Camilla Brunetti, le foto sono di Ornella Orlandini). Francesca Bellino ha invece ascoltato alcuni scrittori stranieri che vivono in Italia, chiedendo loro un’opinione sul nostro Paese in questo momento di forte incertezza politica e di disagio sociale. La storia italiana dagli anni Settanta a oggi viene raccontata da un punto di vista privilegiato: quello del celebre fotoreporter Tano D’Amico, che ha anche fatto dono a Reportage dei suoi scatti più celebri. In particolare, nell’intervista firmata dal vicedirettore del Manifesto, Angelo Mastrandrea, D’Amico spiega com’è cambiato il mestiere di fotoreporter e dove sbagliano i giovani fotografi. Massimo Novelli rievoca poi la figura di un grande giornalista dimenticato, Letterio Savoja, che lavorò all’Unità con Calvino e fu compagno di liceo di natalia Ginzburg.
Il portfolio centrale di questo numero è di Fabio Bucciarelli: documenta le vicende del Sud Sudan a un anno dall’indipendenza dal Sudan. Per queste foto, Bucciarelli ha recentemente vinto il premio Ipa nella categoria war/conflict. La sezione esteri si apre con un reportage di Corrado Benigni dal Sudafrica, le cui principali città sono infestate dalle gang giovanili. Il servizio (le foto sono di Mauro Guglielminotti) contiene anche una risposta alla domanda: l’apartheid in Sudafrica è davvero tramontato? Tocca poi ai quartieri più nascosti di Istanbul: lo scrittore e reporter Lorenzo Mazzoni va – con il fotografo Gianluca D’Ottavio – in cerca dei “gecekondu”, le vecchie case abusive rese possibili in Turchia da un lungo vuoto legislativo.
Franco Nasi, docente di letteratura italiana a Modena, viaggia dal Portorico a Varsavia in compagnia di due vasetti di marmellata, che spiegano nel modo più elementare la struttura e le dinamiche dell’economia globale. Dove, come e perché è morto Che Guevara ce lo spiega Massimo Vita, che ha rintracciato alcuni “testimoni oculari” del villaggio di La Higuera, il luogo dove, nel 1967, il grande guerrigliero argentino fu catturato e ucciso dall’esercito boliviano con l’aiuto della Cia. Chiude la rivista un ricordo del poeta cileno Pablo Neruda da parte di uno dei suoi studiosi e migliori amici, Hérnan Loyola, intervistato da Gabriella Saba. Il secondo portfolio è dedicato ai tifosi ed è firmato da Simone Perolari. La “Lettera aperta” di Valerio Magrelli è indirizzata questa volta al ministro della Pubblica istruzione, Francesco Profumo. Il racconto è di Marino Magliani e parla di Resistenza.