Reportage di Alessandro Alviani
Fotografie di Sean Gallup
Potete leggere l’articolo completo su REPORTAGE n 10. In libreria e in edicola.
Una lince? Proprio così, assicura sorridendo Manuela Kokott, mentre rigira tra le mani una tazza di caffè in un bar oblungo e disadorno che si affaccia sulla stazione di Fürstenwalde, a quaranta minuti di treno da Berlino. L’unico tatuaggio che si è fatta imprimere sul corpo non raffigura né una svastica, né un messaggio in codice come “88” (“Heil Hitler”), né uno slogan politico strillato nei caratteri della Fraktur, bensì una semplice lince. «Amo i gatti, ne ho quattro, e credo che la lince sia il più bel felino che ci sia», racconta Frau Kokott, che milita da otto anni nella Npd, la principale formazione neonazista tedesca (letteralmente: Partito nazionaldemocratico della Germania), e oggi è segretaria provinciale a Fürstenwalde e tesoriere del partito in Brandeburgo. A chi potrà mai far del male una donna che sceglie di farsi tatuare un’innocua lince per amore degli animali e si atteggia a “Mutti” – vezzeggiativo per “mamma” – preoccupata per il futuro dei più giovani? L’apparenza inganna.