Non perde tempo il Popolo delle Agende Rosse, il movimento guidato da Salvatore Borsellino in memoria di suo fratello Paolo per la giustizia e contro tutte le mafie.
Il movimento ha organizzato infatti il 10 ottobre il Presidio di solidarietà ad Antonio Ingroia: a settembre, in seguito alla pubblicazione di alcune intercettazioni, il Consiglio superiore della magistratura ha aperto un’indagine a carico del Procuratore aggiunto di Palermo. Nell’intercettazione, di cui molte parti erano già state pubblicate a dicembre, Massimo Ciancimino – figlio dell’ex-sindaco di Palermo Vito Ciancimino – parla con un indagato per mafia affermando di poter liberamente accedere ai computer della procura di Palermo.
Il Popolo delle Agende Rosse è quindi tornato in piazza, per sensibilizzare, oltre ai componenti del Csm che potrebbero essere chiamati a giudicare sull’operato del magistrato, anche tutti i cittadini.
La manifestazione si è svolta lunedì 10 ottobre 2011 in piazza Indipendenza, a due passi dalla sede del Csm. I partecipanti marciano sollevando l’agenda rossa, in memoria del diario del giudice Paolo Borsellino, assassinato insieme alla scorta 18 anni fa. L’agenda rossa è diventata il simbolo della verità negata sulla strage di via D’Amelio: il giudice vi potrebbe avere appuntato, secondo gli inquirenti, idee e riflessioni importanti sulla strage di Capaci in cui venne ucciso il giudice Giovanni Falcone, e sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia. E proprio per questo il diario, dopo l’esplosione di via D’Amelio, sarebbe stato fatto sparire.
Dalle parole delle Agende Rosse: “Riteniamo che l’apertura di un’indagine a carico di Ingroia da parte del Csm sulla base di questi elementi sia un’iniziativa non solo abnorme ma anche pericolosa perché potrebbe essere percepita come un tentativo di isolare il pm palermitano attualmente impegnato in delicate e difficili inchieste sui rapporti tra mafia e potere”.
Foto: Valeria Gentile
Fonte: Online News