La passeggiata mattutina di Kapuscinski

Il Reportage, n°6
(Aprile-Giugno 2011, 10 euro)

Un testo inedito in Italia dell’indimenticabile Ryszard Kapuscinski è il “cuore” del sesto numero del trimestrale il Reportage. Il celebre reporter polacco compie semplicemente una “passeggiata mattutina” nel quartiere di Varsavia dove nacque. E ricorda (le foto sono del polacco Pawel Kozdrowicz).

Il grande scrittore e drammaturgo Fernando Arrabal, invece, celebra con un suo testo scritto appositamente per Reportage il centenario della Patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie (le foto di Arrabal sono state scattate a Parigi da Mauro Guglielminotti). Maria Tiziana Lemme e Fabio Sebastiani trattano due temi”caldi” con il taglio dell’inchiesta: rispettivamente, l’emergenza rifiuti a Napoli (foto di Francesco C. Cipolletta e Raffaele Capasso) e l’incertezza del futuro di Mirafiori (foto Michele D’Ottavio).

Nella sezione Italia, lo scrittore Angelo Ferracuti descrive la sua lunga esperienza di postino a Fermo (foto di Ennio Brilli), mentre il poeta delle gesta calcistiche Fernando Acitelli intervista Dino Zoff, che svela i retroscena del silenzio stampa durante il Mondiale di Spagna 1982. La sezione esteri è aperta dal blocco-rivolte: Egitto (il fotoreportage è di Ron Haviv dell’agenzia VII), Tunisia (il reportage è di Andrea Tullio Canobbio, le foto di Gabriele Micalizzi), Albania (il racconto è della giovane poetessa albanese Jonida Prifti).

Lello Voce ci racconta Lima e il deserto circostante (foto di Davide Casali), mentre Camilla Brunetti dialoga sull’Olocausto con la direttrice della Maison d’Izieu, il museo che ricorda la strage di 44 bambini ad opera dei nazisti nel 1944. Il secondo fotoreportage è di Elisabetta Zavoli, la quale ha fotografato i lavoratori che smaltiscono i rifiuti tecnologici, nella maggior parte carcerati. Il racconto è del grande scrittore polacco Slawomir Mrozek, tradotto – come il reportage di Kapuscinki – da Lorenzo Pompeo. Il numero 6 di Reportage è dedicato alla memoria del poeta Luigi Di Ruscio, che poco prima di morire ha inviato alla nostra rivista l’ultimo testo per la sua rubrica “Cronache da Oslo”.

 

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