Descrizione
Comunicato il Reportage n. 27
Gli scontri di piazza a Parigi per protestare contro la “loi du travail” sono il tema di copertina del numero 27 di Reportage. Le foto del portfolio sono di Lillo Rizzo (con un testo di Paola Vallatta). Il numero si apre, tuttavia, con un’intervista esclusiva alla popolare scrittrice statunitense Joyce Carol Oates a firma di Lorenza Pieri. Il primo reportage è di Valerio Magrelli, che ci racconta la metropolitana di New York (le foto sono di Alfredo Bini). Segue la descrizione di Tepito, uno dei quartieri più difficili e violenti di Città del Messico: foto e reportage sono di Fabrizio Lorusso, che a Città del Messico vive. Il reportage successivo di Costanza Spocci e Giulia Bertoluzzi parla di un caso esemplare a Tunisi, la conquista e l’autogestione di una fabbrica tessile da parte delle dipendenti. Adriano Marzi ci dice invece come cambia Addis Abeba. Il portfolio centrale è di Fabio Bucciarelli, che ha terminato il suo viaggio quinquennale con i migranti a Lesbos.
Un’altra storia è quella raccontata da Angelo Mastrandrea, il quale ci fa sapere che a Basilea è possibile andare in Francia e in Germania con una semplice corsa in tram. Al di là del confine, gli svizzeri fanno la spesa settimanale a prezzi molto convenienti nei supermercati costruiti all’uopo a ridosso della frontiera. Il destino dei resti degli “schiavi” italiani di Hitler, coloro cioè che lavorarono nei campi di concentramento e nelle fabbriche tedesche dopo l’8 settembre, è il tema di un servizio di Pier Giorgio Danella da Francoforte. Ci spostiamo poi a Praga, dove la scrittrice “abbandonologa” Carmen Pellegrino va alla ricerca del fantasma di Kafka. Nel numero non manca l’Italia, presente con un’inchiesta sul lavoro nei macelli del Modenese di Giulia Bondi (le foto sono di Cristina Panicali) e con un’intervista – rimasta inedita dal ’97 – allo scrittore Daniele Del Giudice, firmata da Roberto Ferrucci. Chiudono, come di consueto, le recensioni librarie, il calendario dei Festival e la rubrica fissa di Magrelli. Il racconto finale è del poeta e scrittore torinese Luca Ragagnine d è intitolato “Dei miei 26 libri scritti da un altro”.