Descrizione
Comunicato stampa Reportage n.25
Il numero 25 inaugura il settimo anno di Reportage. È un anno importante perché d’ora in avanti al trimestrale si affiancherà Zazie, la collana di e-book, di cui è già uscito il primo volume (“India magical mistery tour” di Giancarlo Liviano D’Arcangelo al prezzo di soli 7,90 euro). Si tratta di un ulteriore passo di consolidamento del marchio Reportage, dopo l’approdo della rivista sui mercati esteri, dove si registra un ottimo riscontro di vendite.
Il Reportage numero 25 apre con un’inchiesta di Tiziana Rinaldi Castro (testo) e Alfredo Bini (foto) sul movimento studentesco americano, che ha ripreso le proteste dopo anni di silenzio. Segue un servizio dal Messico di Orsetta Bellani, dove si spiegano i risvolti del “giallo” poco giallo dei 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa a un anno di distanza dal sequestro (le foto qui sono di Valentino Bellini). La storia e i problemi del piccolo Paraguay, a partire dall’egemonia economica delle multinazionali della soia come la Monsanto, sono l’oggetto del reportage di Samuel Bregolin, mentre il fotografo Stefano Miliffi ci conduce in Marocco per “illustrare” il grande piano di investimenti finalizzato alla costruzione di città satellite per decongestionare le grandi città. Maria Camilla Brunetti, invece, ha seguito un gruppo di migranti sulla rotta dei Balcani, raccontando in particolare il viaggio di Wissam che, partito dalla Siria, raggungerà la Finlandia (le foto sono di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni).
Nel frattempo, a Bucarest, è scoppiata un’epidemia Hiv, un fenomeno che viene documentato in questo numero dal reportage di Tomaso Clavarino. Nel Kosovo, invece, la vecchia e fatiscente prigione di Dubrova, dove nel maggio ’99, 19 detenuti albanesi rimasero uccisi sotto le bombe della Nato e altri 176 fucilati dai serbi, è oggi abitata da famiglie rom (il servizio è di Costanza Spocci). Segue un reportage da Vichy di Riccardo De Gennaro, il quale racconta la pagina nera della Francia collaborazionista di Pétain (le foto sono di Simone Perolari). La storia del piccolo curdo Taimur, che si salvò dal genocidio del popolo curdo da parte di Saddam Hussein, è il cuore del pezzo di Linda Dorigo dal Kurdistan, mentre Riccardo Bononi ci porta nel terribile penitenziario di Antanimora (Madagascar), dove i detenuti sono costretti a vivere con la peste e la tubercolosi. Il secondo portfolio è di Matteo Perini e racconta un aspetto particolare del Benin, ovvero quei riti religiosi che fondono insieme cristianesimo e vudù. L’intervista è di Geraldine Schwarz, che ha incontrato Jean-Marc Barr, l’attore prediletto da Lars Von Triers. Il racconto è firmato da Andrea Gentile, mentre la rubrica “Lettera aperta” è – come di consueto – di Valaerio Magrelli.